Attività di servizio

Tradizione del movimento scout è il servizio in favore della comunità in cui vive.

Possiamo così vedere le date in cui gli scout si sono impegnati in situazioni drammatiche della nostra storia, mettendo alla prova le capacità apprese durante la loro attività:

  • 1915 terremoto della Marsica.
  • 1922 terremoto della Lunigiana e della Garfagnana.
  • 1922 alluvione di Bari.
  • 1926 alluvione della Toscana.
  • 1951 alluvione del Polesine.
  • 1951 e 1953 alluvioni della Calabria; in occasione della seconda alluvione fu consegnata la Croce d’Argento alla Compagnia Rover di Reggio Calabria come riconoscimento per l’opera svolta.
  • 1954 alluvione del salernitano.
  • 1962 terremoto nel beneventano.
  • 1963 sciagura del Vajont; in questa occasione, e per l’opera prestata anche in precedenza, il Ministero degli Interni conferì la Medaglia di Bronzo al Valore Civile.
  • 1965 alluvione di Prima Porta a Roma.

In tutte queste occasioni i giovani scout, sia dell’ASCI, in camicia kaki, sia del CNGEL, in camicia verde, furono tra i primi ad arrivare ed a prodigarsi nei soccorsi alle popolazioni colpite, a volte precedendo l’intervento delle autorità.

Nella prima metà degli anni sessanta i ragazzi del CNGEI e dell’ASCI e le ragazze dell’UNGEI e dell’AGI, parteciparono sul territorio nazionale a manovre di protezione civile insieme ai vigili del fuoco, ma non si andò oltre la fase sperimentale.

  • 1966, 4 novembre, alluvione di Firenze; circa duecento tra capi, rover e scolte fiorentini coordinarono ben 4.000 giovani volontari attorno al “centro di soccorso scout”.
  • 1976, marzo, terremoto del Friuli; 7.000 volontari scout.
  • 1980, novembre, terremoto in Calabria e Basilicata; 12.000 volontari.
  • 1997, terremoto in Umbria; 1.360 scout attivi durante l’emergenza e 1.100 durante la ricostruzione.
  • 1998, alluvione di Sarno; 1.000 scout attivi durante l’emergenza e 900 durante la ricostruzione.
  • 2000-2001 alluvioni in Valle d’Aosta, Piemonte e Molise.

In queste ultime catastrofi le associazioni scout sono state, con la Croce Rossa, l’unico organismo di volontariato autorizzato a svolgere il proprio intervento in modo autonomo, montando e gestendo tendopoli e magazzini viveri, distribuendo viveri, animando scuole, gestendo centri di raccolta indumenti e materiali vari.

Né si può dimenticare una attività di servizio che all’epoca ebbe un grande risalto. Don Gnocchi si rivolse al suo amico don Andrea Ghetti (Baden) per un azione in favore dei suoi “mutilatini”. Baden pensò ad un raid realizzato da rover dell’ASCI da Milano a Oslo su 25 “Guzzini” rossi (da qui il nome “Freccia Rossa” della spedizione), da 65 cc che la Moto Guzzi lanciava allora sul mercato.

Nell’andata, dal 17 al 31 luglio 1949, 1 rover attraversarono Svizzera, Germania Occidentale, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, per giungere in Norvegia, ad Oslo. A Parigi, ricevuti dal sindaco, sfilarono agli Champs Elisées scortati dalla polizia, tra gli applausi della folla. A Oslo furono ricevuti dal principe ereditario, dal sindaco e dal governo.

Dal 14 al 28 agosto 1949 furono sulla via del ritorno a Milano. Infinite le difficoltà dell’epoca: nel reperire la miscela per le moto, strade non asfaltate, ponti distrutti dalla guerra, strade ingombre di residuati bellici, niente telefoni, niente assistenza medica, né meccanici, né pezzi di ricambio.

La quota di iscrizione alla spedizione, di lire 5.000, fu a carico dei partecipanti per non gravare sull’organizzazione.

Scrisse don Gnocchi: “Sulle ali della Freccia Rossa la voce dei piccoli mutilati di guerra invita l’Europa all’amore e alla pace”.

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